Come diceva Einstein “È più facile disintegrare un atomo che un pregiudizio!” ma io ci voglio provare lo stesso…
Ho deciso di scrivere quest’articolo perché prima di cominciare ad avvicinarmi alla psicologia anche io avevo alcuni di questi pregiudizi… ora, a distanza di tempo mi domando, ma perché non informarsi sul serio? Si sa, lo psicologo ha sempre avuto un alone di mistero e intorno a questa figura si sono creati e consolidati negli anni alcuni falsi miti, dettati dall’ignoranza, dal senso comune o dal timore di essere etichettati come “matti”, vediamone alcuni:
Questo è uno dei miti più popolari. Mi è capitato spesso, sia nella mia vita privata che nella mia pratica clinica, di conoscere persone che si vergognavano di far sapere che andavano da uno psicologo; i timori erano sempre gli stessi, chissà cosa penserebbe la gente di me … questo pregiudizio si basa su un luogo comune largamente diffuso, che chi va in terapia è matto o quanto meno è seriamente problematico. In Italia, recarsi dallo psicologo è ancora visto con sospetto, come un’implicita ammissione di cedimento del proprio equilibrio psichico. A questo proposito, è utile sapere che uno psicologo, nella maggioranza dei casi, ha a che fare con persone sane che hanno difficoltà e problematiche, mentre sono generalmente di competenza di un medico psichiatra le patologie gravi ed estremamente invalidanti (psicosi, schizofrenia..).
Naturalmente ci sono casi, seguiti in psicoterapia, che potrebbero essere inseriti nella cosiddetta categoria dei “matti”, ma non è sicuramente la più alta percentuale della popolazione clinica privata.
Andare da uno psicologo è comune e normale, è un modo di prendersi cura di se stessi e del proprio benessere. La mia speranza e la mia certezza, sono che con il tempo, il pregiudizio verso gli psicologi verrà meno e si comincerà a pensare che “matto” non è chi si prende a cuore, ma chi con superficialità e incoscienza si trascura e trascura la possibilità di stare meglio.
Perché andare dallo psicologo? Mi basta una pillola
In un’epoca come la nostra dove ogni difficoltà viene evitata e si cerca di mettere coperchi alle pentole che bollono, con il rischio poi di farle esplodere, esistono e si prendono pillole per tutto, senza fermarsi a riflettere che a volte la sofferenza o il disagio sono estremamente utili perché sono campanelli d’allarme che qualcosa non va e che dobbiamo prendercene cura. Un uso indiscriminato dei medicinali può essere molto dannoso… è come se in automobile vedessimo una spia accesa e invece di andare dal meccanico per comprendere cosa succede, attaccassimo un adesivo sulla lucetta e ci dicessimo sollevati, “ora non ci sono più problemi”… per ritrovarci poi, pochi metri più avanti, con il motore fuso. Gli psicofarmaci sono estremamente utili, in alcune patologie come gravi depressioni o ansia eccessiva, sono fondamentali per riacquistare un certo equilibrio, ma è indispensabile non sottovalutare il disagio psicologico sottostante. Intanto è opportuno non affidarsi al “fai da te” ma rivolgersi ad un medico psichiatra e può essere molto utile parlare parallelamente con uno psicologo per comprendere le radici del proprio malessere. Spesso psichiatra e psicologo collaborano con competenze diverse per il benessere dei pazienti.
Come può aiutarmi se non ha vissuto le mie stesse difficoltà?
È frequente che ci si domandi, come può uno psicologo aiutarmi se non ha mai avuto il mio stesso problema e quest’idea si basa sul pregiudizio che per essere accanto a qualcuno e aiutarlo a comprendere e a risolvere la sua situazione, sia necessario averla vissuta. È sicuramente importante conoscere la problematica che il paziente porta, ma è fondamentale in una psicoterapia, che ci sia empatia da parte del terapeuta; è questo per me l’ingrediente indispensabile per creare una salda alleanza di lavoro e un proficuo rapporto di collaborazione per un risultato comune.
Lo psicologo non deve avere problemi, altrimenti come può aiutare gli altri?
Lo psicologo è prima di tutto un essere umano, e in quanto tale, è imperfetto e limitato. Non è una divinità, né un mago o un santo. È assolutamente normale che uno psicologo abbia dei problemi; è fondamentale però che in terapia, sia consapevole dei suoi problemi e sappia tenerli sotto controllo, in modo da comprendere quando essi cominciano a interferire con l’efficacia del lavoro svolto con il paziente. Per fare questo, uno psicologo serio dovrebbe sottoporsi ad una psicoterapia personale soprattutto in momenti personalmente delicati.
Un bravo psicologo dopo un breve colloquio può fare un ritratto psicologico dell’interlocutore
Lo psicologo non è un chiaroveggente o un mago e quindi non ha poteri soprannaturali per leggere nella mente del paziente. Tutto quello che il terapeuta può comprendere è quello che il paziente decide di mostrare di sé, con il linguaggio verbale o non verbale. Lo scopo ultimo di un terapeuta non è di curiosare nella vita del paziente, ma di aiutarlo a comprendere se stesso nella sua vita.
Lo psicologo infondo è più pazzo di me, come può aiutarmi?
Ci sono diverse sorgenti che alimentano questo pregiudizio, la disonestà di alcuni professionisti della salute, la mancanza di etica professionale e la credenza popolare di tipo magico che lo psicologo lavorando con i “pazzi”, infondo sia un po’ “fuori di testa” anche lui. Semplicemente lo psicologo ha una sensibilità più accentuata rispetto a certe dinamiche e il loro significato, che lo rendono capace di comprendere in profondità la sofferenza e il disagio dei propri pazienti.
Lo psicologo racconterà le mie cose private in giro
Questo è un pregiudizio estremamente radicato quanto assolutamente falso. Lo psicologo ha l’obbligo di mantenere il segreto professionale, in accordo con quanto previsto dal Codice Deontologico degli Psicologi, pena la radiazione dall’Albo. Quest’obbligo può essere derogato solo in alcuni casi specifici previsti dal Codice legati all’incolumità del paziente o di terze persone coinvolte, in questo caso, quindi, lo psicologo è obbligato ad avvertire le autorità giudiziarie.
Lo psicologo mi darà dei farmaci
Questo è assolutamente falso. L’unico professionista della salute mentale che può prescrivere psicofarmaci è lo psichiatra, in quanto medico. Nessuno psicologo, a meno che non abbia anche una laurea in medicina, può prescrivere alcun tipo di medicinale, pena il reato di abuso di professione.
Perché dovrei pagare uno psicologo? Mi basta parlare con un amico
La presenza di persone care, di cui ci fidiamo e che ci comprendono, è di estremo conforto per ognuno di noi. Avere una cerchia salda di confidenti è sano e necessario per un sereno vivere. Parlare con un amico, infatti, può alleggerire dubbi o aiutare a placare il malessere di alcuni momenti, ma difficilmente potrà aiutarci se ci sono problemi più profondi. L’aiuto che può fornire uno psicologo è diverso da quello di un amico: non ci darà consigli, ma ci aiuterà a comprendere le radici dei nostri problemi e a trovare alternative più sane e più consone ai nostri bisogni attuali. La sintonia e l’empatia che si creano tra paziente e terapeuta sono potentissimi e fondamentali ai fini di un cambiamento, ma sebbene questa intimità sia molto profonda, non si può pensare che il terapeuta sia un nostro amico. È invece una persona e un professionista sinceramente interessato a noi, che ci può affiancare in un momento delicato della nostra vita, facendo luce con noi sulle zone d’ombra.