“Racconta una leggenda che un giorno un serpente iniziò ad inseguire una lucciola. Questa fuggiva rapida per paura del feroce predatore e il serpente allo stesso tempo continuava ad inseguirla. Fuggì un giorno e lui la inseguiva, due giorni e la inseguiva.
Il terzo giorno, senza forze, la lucciola si fermò e chiese al serpente:
“Posso farti tre domande?”
“Non sono abituato a rispondere a nessuno, però siccome ti devo mangiare, chiedi pure”, rispose il serpente.
“Appartengo alla tua catena alimentare?” Domandò la lucciola.
“No”, rispose il serpente.
“Io ti ho fatto qualcosa di male?”
“No”, rispose ancora il serpente.
“E allora, perché mi vuoi uccidere?”
“Perché non sopporto di vederti brillare”.
Quante volte ci siamo sentiti come la povera lucciola, impotenti e sconcertati davanti alle tante cattiverie subite, ai torti e alle batoste solo perchè eravamo appagati, sereni, con un lavoro o un figlio o un compagno o qualsiasi altra cosa che ci dava motivo di gioia e di spensieratezza. Quante volte siamo stati oggetto di scherzi cattivi, prese in giro o dispetti solo perchè eravamo buoni, timidi e di buon cuore… Quante volte ci saremo chiesti perchè? Perchè proprio io, cosa ti ho fatto? Non me lo merito… i serpenti sono così, non lo sopportano che qualcuno brilli, devono distruggerlo, devo annientarlo fisicamente o psicologicamente, i continui casi di bullismo e di mobbing purtroppo lo confermano.