In Italia, una persona adulta su quattro soffre di disturbi psicologici nel corso della vita, ma solo il 3% di queste si rivolge ai servizi sanitari per la salute mentale mentre oltre la metà va dal medico di base, che prescrive psicofarmaci spesso non risolutivi. Solo il 5% degli italiani, a fronte di un disagio che riguarda il 20% della popolazione adulta, entra in contatto con uno psicologo nel corso della propria vita. Se questo specialista affiancasse il medico di base ci sarebbe una riduzione delle prescrizioni di farmaci pari al 20% in un anno. E’ quanto evidenzia Psycommunity, la web community più frequentata dagli psicologi italiani, che organizza nel mese di maggio il Mese dell’informazione psicologica giunto alla sua quinta edizione, che si articolerà in incontri informativi e seminari organizzati in tutta Italia. Psycommunity ricorda che nel nostro Paese, secondo la ricerca Esemed dell’Istituto superiore di sanità, tre milioni e mezzo di adulti in un anno manifestano sintomi di un disturbo mentale e che sono otto milioni e mezzo gli adulti che ne hanno sofferto almeno una volta nel corso della propria vita. Di questi, due milioni e mezzo hanno presentato un disturbo d’ansia, un milione e mezzo un disturbo affettivo e cinquantamila un disturbo da abuso di sostanze alcoliche. Le persone a più alto rischio sono le donne, se si escludono i disturbi correlati all’alcool, i separati, i divorziati, i vedovi, le casalinghe, i disoccupati e i disabili fisici. “Non si potrà mai raggiungere una condizione di benessere”, spiega Psycommunity, “se viene trascurata la salute psichica e, soprattutto, non si potranno ripianare i costi della sanità pubblica senza interventi radicali di prevenzione del disagio psichico”. Intanto, l’Università La Sapienza di Roma propone un modo per rendere più efficace l’azione di prevenzione e di terapia. Il risultato è frutto di una ricerca, svolta nell’arco di dieci anni, partita dal dato secondo cui un adulto su due tra coloro che si rivolgono al medico di base nasconde un disagio psicologico non verbalizzato, ma somatizzato con la sofferenza fisica. Per tre anni è stato affiancato uno psicologo al medico di base, con lo scopo di dare ascolto e offrire un nuovo senso al sintomo riferito dal paziente, cercando di comprendere la possibile ragione di ordine psicologico. Dalla ricerca, alla quale hanno aderito 11 psicologi specializzandi in Psicologia della salute e 8 studi medici, è emerso che quest’aggiornamento riduce il carico di lavoro e aumenta l’efficacia della prestazione del medico di base, con notevole apprezzamento da parte dell’utenza. Ma soprattutto, grazie al suo lavoro di ascolto, consente una riduzione delle prescrizioni di farmaci pari al 20% in un anno.