Autostima
Le credenze che abbiamo su noi stessi, sulle nostre qualità, sulle competenze e i modi di pensare o sentire, formano la nostra immagine personale. Essa è la valutazione che facciamo di noi stessi, sulla base di sensazioni ed esperienze che abbiamo interiorizzato nel corso della vita. Ci consideriamo svegli o sciocchi, capaci o incapaci, siamo fieri di noi o no; questa autovalutazione è molto importante perché da essa dipende in larga parte la realizzazione del nostro potenziale e gli obiettivi che ci poniamo nella vita. In questo senso, le persone che si sentono bene con se stesse, hanno una buona stima di sé, e sono quindi in grado di affrontare e risolvere le sfide e le responsabilità che la vita gli pone. Al contrario, quelli con bassa autostima tendono a limitare se stessi e a fallire.
La bassa autostima è legata ad una discrepanza tra il sé reale e il sé ideale. Il sé reale è la valutazione oggettiva che facciamo di noi stessi mentre il sé ideale è ciò che si vorrebbe essere ed è influenzato da molti fattori (famiglia, cultura, società). Quando questa discrepanza è molto marcata, anche la persona più dotata e competente può sentirsi fallita e incapace, perché gli standard con cui si confronta sono estremamente rigidi ed elevati e permeati di perfezionismo. La persona può credere che fallire in una singola cosa significhi essere un fallimento totale su tutto oppure pensare nel modo “tutto o niente”: o una cosa riesce alla perfezione oppure è un disastro. Il circolo vizioso che può rinforzarsi è che la persona criticandosi in modo così feroce può rafforzare l’idea che non è abbastanza e quindi riconfermarsi nella sua visione mediocre e pessimista. La consulenza psicologica può aiutare la persona a riflettere in modo “non contaminato” su sé stessa, analizzando quale dialogo interno mette in atto per boicottarsi e rinforzare le false credenze su se stesso e sulle sue prestazioni, questo al fine di comprendere che non è lui sbagliato ma è irrealistica la perfezione che vuole raggiungere.
Solitudine e senso di vuoto
Quante volte nelle nostre vite avremo voluto trovarci da soli, avere un momento solo per noi per ricaricarci dagli stress quotidiani, da usare come fonte di ispirazione o di ristoro mentale?
La solitudine però può essere anche altro… Se è legata a sentimenti di tristezza e senso di vuoto, di frustrazione e angoscia, se non si ha nessuno con cui condividere le cose importanti della vita, si può cadere in uno stato di sconforto tale che impedisce di aprirsi al mondo con gioia e serenità, ma anzi rinforza la paura che gli altri potrebbero ferirci o non capirci. A volte la bassa autostima può essere collegata a questo tipo di solitudine e viceversa, ed è importante quando questa esperienza diventa ricorrente e dolorosa, chiedere aiuto. Il sostegno di uno psicologo può facilitare la persona a comprendere quali motivazioni ci sono dietro la sua chiusura, quale parte di sé sta proteggendo con tanta forza, rischiando però paradossalmente di impoverirsi ulteriormente. La terapia può fornire un modello di relazione nella quale sperimentare accoglienza e supporto e trovare le strategie migliori per “uscire dal proprio guscio”.
Inefficacia e paura di vivere
Un po’ come i bambini, che spaventati nella notte dal buio e dai rumori, cominciano ad agitarsi e ad avere paura, se sono da soli nella loro stanza, molte persone possono sperimentare nella loro vita dei momenti in cui tutto diventa minaccioso e triste, non si hanno certezze né fuori casa, a causa di tutto quello che accade di brutto e di angosciante, né dentro sé stessi. In quei momenti quello che è sempre sembrato un piccolo laghetto, che si conosceva bene, può diventare un oceano grande e minaccioso che non si conosce e che genera molta paura. Ci si può sentire persi e inefficaci, sprovveduti e disarmati e ci si può deprimere. In questi momenti la cosa più importante è non farsi soli, ma prendere a cuore il proprio disagio e parlarne con uno specialista.
La terapia psicologica, un po’ come un faro che illumina e rasserena, può essere un valido aiuto per far luce nelle zone oscure, per vedere qual è la radice del malessere e comprenderla, e può infine aiutare la persona a sentirsi padrona di sé e competente nell’affrontare le inevitabili incertezze che la vita ci mette davanti.